Questa sezione museale inaugurata nel 2013 è nata per valorizzare il ricco patrimonio documentario della Biblioteca Fabroniana inerente al sacro Militare Ordine di Santo Stefano.

Nella prestigiosa istituzione pistoiese è presente un interessantissimo fondo di manoscritti sull’Ordine marinaro creato da Cosimo I nel 1561, che insieme a numerosi testi a stampa riesce a fornire un quadro molto dettagliato della storia e della attività di questo ordine che vanta un legame molto stretto con la città di Pistoia.

Per dare un idea del contributo che Pistoia dette alla storia dell’Ordine, nei suoi tre secoli di vita, basti pensare che la nostra città ebbe ben 439 cavalieri di Santo Stefano, un numero inferiore solo a Firenze, Siena e alla marinara Pisa.

I locali che ospitano questa sezione museale sono stati ricavati dalle antiche soffitte dell’edificio, restaurate per l’occasione, nelle quali, tra l’altro, sono stati riportati alla luce alcuni dipinti a carboncino della fine del XIX secolo.

Si accede alla sezione grazie ad uno scalone in pietra nel quale sono state collocate una serie di stampe che riproducono gli stemmi delle più importanti famiglie pistoiesi che hanno contribuito alla storia dell’Ordine stefaniano. Gli stemmi provengono da un antico Priorista del XVII secolo conservato in biblioteca. Tra le famiglie si segnalano quella del cardinale Fabroni, fondatore della biblioteca, che ha fornito all’Ordine di S. Stefano non solo valorosi cavalieri ma soprattutto importantissimi documenti; la famiglia Cellesi, nota per aver avuto tra i suoi membri molti Balì, la più importante autorità locale dei cavalieri, da cui ha preso il nome anche il palazzo di residenza. Merita poi un cenno la famiglia degli Sozzifanti che con i suoi 51 uomini è quella che ha fornito nei secoli il maggior numero di cavalieri in assoluto.

Sala “Santa Barbara”.

La prima sala di questa sezione museale è stata intitolata a Santa Barbara per la presenza di un dipinto a carboncino che ricorda il martirio di questa santa, uccisa dal padre con una spada.

Secondo la leggenda il padre fu colpito da un fuoco sceso dal cielo e per questo la santa è invocata contro la morte improvvisa ed è divenuta la protettrice degli artiglieri, artificieri e vigili del fuoco. Ma è stato scelto proprio questo nome perché qui si parla di un ordine marinaro, di navi e la “Santa Barbara” è sulle navi il luogo destinato alle munizioni.

La sala è caratterizzata dalla presenza di un modellino di nave.

Si tratta di un modello in scala 1a 60 di un Galera, ossia dell’unità navale più usata dai cavalieri di Santo Stefano. La galera, imbarcazione di antichissima e gloriosa memoria, era un imbarcazione a remi, lunga circa 40 metri e larga 5, che ospitava a bordo oltre 300 persone.

Nella sala sono presenti alcuni riferimenti iconografici dell’Ordine stefaniano.

Si segnalano in primo luogo alcune riproduzioni di stampe di Jacques Callot (Nancy,1592-1635).

Le incisioni di Callot appartengono alla serie che rappresenta gli eventi più importanti della vita di Ferdinando I dei Medici e vennero eseguite a Firenze intorno nei primi decenni del secolo XVII.

Tra le incisioni troviamo un’acquaforte che riproduce uno scontro navale del 1617 che vide protagonista il cavaliere pistoiese Alfonso Sozzifanti, morto eroicamente alcuni anni più tardi in una battaglia navale presso l’isola di Lampedusa.

Sala “Napoleone”

La seconda sala che compone la sezione museale è stata intitolata a Napoleone per la presenza di un maestoso dipinto a carboncino ispirato al celebre “Napoleone al passo del Gran S. Bernardo” eseguito di J.L. David nel 1800 e oggi conservato al castello di Malmaison.

A questo proposito è importante sottolineare che a Pistoia esisteva un’altra copia, ispirata al noto esempio davidiano nel Palazzo civico. Questo dipinto era stato eseguito da Nicola Monti durante i granducato napoleonico di Elisa Bonaparte e distrutto durante la sollevazione antifrancese del 1814 senza che ne resti alcuna documentazione.

La sala è caratterizzata dalla presenza di una nutrita collezione di materiale documentario riferito all’Ordine di santo Stefano.

Tra le opere a stampa sull’Ordine fondato da Cosimo I, compare il bellissimo testo in folio del gesuita Fulvio Fontana I pregi della Toscana contenente 37 incisioni di Hubert Vincent che illustrano tutte le maggiori imprese dei cavalieri stefaniani. A questa edizione, del 1701 fece seguito, nel 1718, una ristampa in formato ridotto, sempre presente in mostra, identica per il testo ma priva delle 37 incisioni sostituite dai ritratti di tutti i granduchi di Toscana.

Ma la parte più interessante della raccolta è costituita da una serie di manoscritti provenienti dalla collezione della famiglia Fabroni che ci permettono attraverso le relazioni d’epoca dei protagonisti delle imprese stefaniane, di conoscere il modo di vivere a bordo delle galere, l’alimentazione delle ciurme, il loro abbigliamento, sapere quali erano le rotte di navigazione, i porti dove ci si fermava, insomma di ripercorrere le avventurose e molto spesso pericolose vicende di questi marinai dei secoli passati.

Il manoscritto più importante del fondo è un codice legato in pergamena recante il titolo Viaggi Fatti sopra le galere della sacra Et Ill.ma Religione di San Stefano scritto da Domenico Fabroni, capitano di galera e cugino del cardinale Carlo Agostino.

Il codice, che si apre con un bellissimo frontespizio a colori, riporta dal 1664 al 1700, dettagliate descrizioni di viaggi, corredate di date di partenza e di arrivo, di notizie sugli sbarchi e sulla composizione degli equipaggi, nonché sulla vita di bordo.

Oltre a questo interessantissimo manoscritto, sono presenti in mostra altre opere autografe o appartenenti a Domenico tra le quali un manuale di regole da seguire per i capitani di galera,un originale codice sulla costruzione delle galere e ancora un libro di mercatura in arabo, sicuramente preso da Domenico durante la cattura di un vascello nemico.

Si segnala inoltre la presenza di una sezione di consultazione di opere moderne, che riunisce la principali opere uscite sull’Ordine stefaniano tra le quali la serie completa della rivista “Quaderni Stefaniani”. La rivista annuale, pubblicata a partire dal 1982 presenta studi, relazioni, atti di convegni promossi dall’Istituto dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa.

Anche in questa sala sono presenti alcune riproduzioni a stampa di celebri incisioni di Callot, tra le quali il frontespizio dell’edizione del 1665 degli Statuti, ossia delle norme che regolavano l’Ordine e di Stefano della Bella ( Firenze, 1610-1664), tra le quali bellissime vedute del porto di Livorno risalenti alla metà del XVII secolo.